Domande Frequenti (FAQ) sull'Appello dei Fedeli della Diocesi di Torino
Benvenuti nella sezione FAQ dell'Appello dei Fedeli della Diocesi di Torino. Qui troverete risposte alle domande più comuni riguardo la nostra iniziativa, le motivazioni che ci spingono e gli obiettivi che intendiamo raggiungere. Speriamo che questa sezione possa chiarire ogni vostro dubbio e incoraggiarvi a unirvi a noi nel far sentire la nostra voce.1. Cos'è l'Appello dei Fedeli della Diocesi di Torino?
L'Appello dei Fedeli della Diocesi di Torino è un'iniziativa promossa da un gruppo di fedeli preoccupati per le recenti decisioni e modalità di riorganizzazione delle comunità parrocchiali da parte dell'Arcivescovo Roberto Repole. Non è una contestazione dell'autorità episcopale, ma un accorato appello filiale per un dialogo autentico e un discernimento condiviso, volto a preservare la vitalità delle nostre parrocchie e a promuovere un senso di unità e appartenenza nella Chiesa torinese.2. Qual è l'obiettivo principale di questo Appello?
L'obiettivo principale è far comprendere all'Arcivescovo Roberto Repole il profondo malcontento e disagio diffuso tra i fedeli riguardo le decisioni di riorganizzazione parrocchiale. Chiediamo di riconsiderare tali decisioni, di avviare un vero cammino sinodale basato sull'ascolto reciproco e sul rispetto delle diverse sensibilità, e di valorizzare i carismi di sacerdoti e laici per il bene della Chiesa diocesana.3. Quali sono le principali preoccupazioni che hanno portato a questo Appello?
Le nostre preoccupazioni principali, che hanno generato un diffuso malcontento, includono:- Mancanza di trasparenza e dialogo effettivo: Le decisioni sembrano prese senza un reale coinvolgimento delle comunità e dei parroci, generando frustrazione e senso di abbandono.
- Allontanamento di sacerdoti giovani e dinamici: Si assiste al trasferimento di sacerdoti stimati e capaci di animare la vita parrocchiale, in contraddizione con la lamentata carenza di vocazioni.
- Sovraccarico dei parroci e accorpamenti eccessivi: L'affidamento di più parrocchie a un singolo sacerdote, spesso anziano, mina la presenza pastorale autentica e la vitalità delle comunità.
- Disgregazione della vita comunitaria: Il distacco forzato dai parroci e la rarefazione di celebrazioni e momenti di condivisione alimentano un senso di vuoto e disorientamento, rischiando l'allontanamento dalla vita ecclesiale.
- Una sinodalità percepita come forma, non sostanza: La valorizzazione dei laici sembra ridursi a un'esecuzione di compiti, anziché a un autentico discernimento dei carismi e una reale corresponsabilità, in contrasto con lo spirito sinodale promosso dalla Chiesa universale.
4. Perché si parla di sinodalità percepita come forma e non sostanza?
La sinodalità, come promossa dal Santo Padre, è un "cammino che si fa insieme", basato sull'ascolto reciproco e il discernimento comunitario. Tuttavia, nella nostra Diocesi, percepiamo che le decisioni vengono prese dall'alto, senza un reale coinvolgimento delle comunità. La partecipazione dei laici sembra ridursi a una mera esecuzione di compiti, quasi a "fare il mestiere dei sacerdoti", anziché a una reale corresponsabilità e valorizzazione dei loro carismi. Questo contrasta con l'idea di una sinodalità autentica, che dovrebbe essere un dialogo vero e non solo formale.5. Qual è il ruolo dei laici in questo Appello?
I laici sono i promotori e i protagonisti di questo Appello. Crediamo che la vera corresponsabilità non significhi "sostituzione" dei sacerdoti, ma "complementarietà". I laici hanno una vocazione specifica e insostituibile nella Chiesa e nel mondo, che è quella di animare le realtà temporali con lo spirito del Vangelo. Attraverso questo Appello, i laici chiedono di essere ascoltati e di partecipare attivamente al discernimento e alle decisioni che riguardano il futuro delle loro comunità.6. Come posso sostenere l'Appello?
Puoi sostenere l'Appello in diversi modi:- Firma online: Visita https://appello.fedelitorino.it/firma e firma l'appello.
- Condividi: Diffondi il link dell'appello sui tuoi social media, gruppi WhatsApp, Telegram e tramite passaparola con amici e conoscenti.
- Invia la tua testimonianza: Se hai una storia o una riflessione da condividere riguardo alle problematiche sollevate, invia la tua testimonianza, lettera o contributo all'indirizzo email appello@fedelitorino.it. Le testimonianze verranno pubblicate su https://appello.fedelitorino.it/contributi
- Parla con la tua comunità: Incoraggia i membri della tua parrocchia o del tuo gruppo a informarsi e a firmare l'appello.
7. Chi c'è dietro questo Appello?
Questo Appello è un'iniziativa spontanea di fedeli della Diocesi di Torino, preoccupati per il futuro delle loro comunità e desiderosi di un dialogo costruttivo con l'Arcivescovo. Non è promosso da alcuna associazione o movimento specifico, ma nasce dalla comune preoccupazione e dall'amore per la Chiesa.
8. L'Appello è contro l'Arcivescovo?
Assolutamente no. L'Appello non è contro l'Arcivescovo, ma è un atto di profondo rispetto e filiale devozione. Ci rivolgiamo a Sua Eminenza con l'intento di esprimere un disagio diffuso e di offrire un contributo leale e appassionato al discernimento comune, per il bene della Chiesa diocesana. Crediamo che un ascolto più attento delle voci dei fedeli possa rafforzare il tessuto ecclesiale e favorire una riorganizzazione realmente fruttuosa.
9. Cosa succederà dopo aver firmato l'Appello?
Ogni firma e ogni testimonianza rafforza la voce dei fedeli e aumenta la pressione per un dialogo autentico con l'Arcivescovo. Il numero delle firme e le testimonianze raccolte verranno presentate a Sua Eminenza, e l'iniziativa continuerà a cercare visibilità sui media e tra le comunità per sensibilizzare il più ampio numero possibile di persone. L'obiettivo è ottenere un ripensamento delle decisioni e l'apertura di un nuovo percorso di dialogo e discernimento.
Se hai altre domande, non esitare a contattarci tramite l'indirizzo email appello@fedelitorino.it